ESTETICA, VUOTO E DERIVA.

NO! Non parlerò di Barbie perchè NON MI INTERESSA e il film non l'ho visto. Se Amazon lo metterà gratis forse potrei dargli un’opportunità ma fino ad allora col cazzo che lo pago per guardarlo.


Premesso questo: Ciao scimmiette, io sono Gioski, questo è il mio blog e oggi sono in vena di polemiche.


Domanda veloce, a quanti di voi piacciono gli SLASHER?


A me piacciono un sacco, specie quelli pecorecci e con gli effetti speciali dozzinali composti di materiali di fortuna e che già solo per realizzarlo hanno rischiato la vita in 20. SI sono un uomo dai gusti particolari, e se leggendo 50 sfumature di grigio pensavate che solo mr Gray potesse aprirvi la mente ad un mondo di dolori e piaceri, non avete neanche idea della merda che ho visto, magari un giorno parleremo di questa cosa, ma per oggi potete anche ricredervi sulla faccenda di Mr Gray ecc.


Io vi perdono.


Oggi volevo parlarvi di slasher ma non proprio del genere in sè, quanto di un fenomeno che in questo ultimo periodo mi è toccato scoprire, e che purtroppo ha toccato anche questo GUSTOSISSIMO sottogenere.


Parlo della (spero di scriverlo bene sennò chi cazzo vi vuole sentire) AESTHETICS WAVE.


MA CHE CAZZO è STA AESTHETICS WAVE?


chiederete tutti su di giri e alquanto infuriati.


IN BREVE:

La Aesthetics Wave è una corrente che ha preso piede negli ultimi anni e che ha inquinato un pò tutti i prodotti per il grande pubblico, e che ha come caratteristica fondamentale chetutto quello che viene messo in scena ha un aria fasulla, poco credibile ma estetico.

Ferite aperte diventano opere di arte pop, contusioni che starebbero bene esposte al Guggheneim, assassini macellatori di cristiani che sfilano su una lunga passerella di finto squallore con coltelli brandizzati Lavazza.

Per farvela breve: Tipo Twilight ma peggio.


All’inizio questa cosa l’avevo percepita come si percepiscono i movimenti improvvisi di tuo cugino che cerca di farti lo scherzone mentre non guardi. Una specie di ombra veloce percepita con la coda dell’occhio. Poi l’illuminazione è arrivata quasi per caso un giorno in cui disegnando avevo bisogno di qualcosa di sottofondo, ma non avevo voglia di ascoltare/vedere video su YT.


LITTLE PRETTY LIAR ORIGINAL SIN è stata la serie che mi ha tenuto compagnia per quei 3 giorni e ha fatto scattare i campanelli d’allarme nella mia testa, una serie che alle prime battute si presentava come un omaggio agli slasher degli anni d’oro e che si è rivelata una delusione su tutta la linea.


Giusto per darvi un idea, Il “cattivo” è la versione pezzotta di Leatherface con una punta di jason Voorheese che imita Michael Meyer. 

tremendamente inefficace e alla lunga ridicolo nei suoi goffi tentativi di uccidere le protagoniste nonostante siano tutte delle totali deficienti. Basti pensare che il bodycount della prima serie è di sole 2 vittime eccellenti (e credo 8 che però sono personaggi che appaiono in qualche frame) e di cui una da definire. 


Il finale è un banale e scontato happy ending che non è un happy ending solo perchè l’assassino è libero, ma alla fine per i danni che fà ci si può tranquillamente dimenticare di lui.

 

Perché mi ha fatto girare le palle nonostante io lo abbia visto con assoluto e vergognoso interesse?


Perché non ci volevo credere....


Per me è difficile accettare questa nuova moda….è difficile accettarla perché in un mondo sempre più uniformato da precisi stili che rispettano i dictat del mercato mondiale, dove le storie sono diventate piatte e non coinvolgono, i prodotti che veramente ti toccano e ti fanno stare male, ti meravigliano o ti sorprendono sono pochissimi, se siamo fortunati.


E lo Slasher, almeno per me o per quei pochi che lo apprezzano, era uno di quei modi per provare sensazioni diverse, che speri di non provare mai nella vita normale certo, ma diverse.


Le realtà dipinte nelle serie e in molti film degli ultimi anni invece diventano sempre più simili ai set a cui non dovrebbero somigliare, e le storie sembrano sempre di più ripetizioni di uno schema narrativo preimpostato. Un copia e incolla pigro a cui cambiare vestito o genere ogni volta che ce n’è bisogno.


Io qui sto facendo un esempio parlando dello “”””””slasher”””””” moderno, ma solo perché tra i generi proposti è quello in cui questo tipo di operazione salta agli occhi in maniera maggiore, in realtà ci sono moltissime altre opere che ricalcano questo stile, rendendo bello anche ciò che non dovrebbe esserlo.


Si ha paura di mostrare il brutto e lo sporco, e se lo si fà viene mostrata una forma dissonante dal resto, alcune minime imperfezioni che in un contesto specifico e con dei personaggi socialmente accettabili risulta mostruoso. Ma di fatto non lo è.

Stesso discorso per lo sporco, che sono più oggetti di arredamento che veri e propri resti di decadenza e abiezione di chi se li è lasciati alle spalle.


Con tutto questo bombardamento di “”””bellezza”””” artefatta come faccio a scendere a fondo nella paura?


Come faccio a sentire una reale sensazione di pericolo, sofferenza, tormento e malattia se la ciotola di carne marcia sembra fatta di porcellana?


E capite da soli che questa deriva tocca tutti gli aspetti delle opere, per dirne una AFTER: la storia di una ragazza presa in ostaggio da un rapporto tossico con un possibile sociopatico con tendenze autodistruttive, e che viene descritta come la cosa più romantica del mondo.


Cioè tu mi stai dicendo che è bellissimo quando un uomo ti sfrutta come un oggetto per poi dirti “senza di te non vivo” e poi giù vessazioni da via crucis? No non è bello, la protagonista sarebbe dovuta scappare via dopo i primi dodici minuti di film o le prime 24 pagine di libro. Tuttavia per rendere la cosa più digeribile lo hanno dipinto come un eroe romantico (romantico nel senso che dice frasi imbarazzanti prese dai biscotti della fortuna) che ha dei demoni interiori con la quale combattere.


A distanza di anni ancora mi chiedo dove cazzo stiamo andando con questa mentalità da Fashion Victim che deve mostrare sempre tutto bello tutto al top, e che anche l’orrore non trova totale spazio all’interno delle maglie dell’estetismo spinto. 


Continuo a rifiutarmi di vedere Barbie proprio per questo motivo, anche se forse in quel contesto avrebbe sicuramente molto più senso.

Non l’ho visto perché ho come l’impressione che assomigli a quel tipo di prodotto che sacrifica all’estetica il significato determinati tipi di messaggi, rendendoli banali e quasi dei pretesti per dare una morale a tutti i costi anche a una storia che a conti fatti una morale potrebbe tranquillamente non averla.


proprio a causa di questo approccio superficiale e estetico di trattare tutto che molto spesso mi trovo a discutere animatamente (forse anche troppo animatamente) con persone che hanno un punto di vista diverso dal mio, ma che pare davvero troppo, TROPPO derivato da questi tipi di prodotti per essere solo una coincidenza.


Rendiamoci conto che il mondo è sia bello che brutto, splendido e squallido, epico e decadente, e tra queste due definizioni ci sono le sfumature alla quale dobbiamo fare caso. Spesso in passato certe opere ci aiutavano a vedere queste sfumature a cui non avevamo dato peso proprio perché travolti dal vivere le nostre vite.

Adesso invece si limitano a raccontare storie belle per persone che non vogliono più emozionarsi, o scoprire che in fondo certi discorsi e certe situazioni, certi dettagli e certi punti di vista, sono più profonde di quanto ci si aspetti.


Un cinque:


GIoski.











 

Post popolari in questo blog

ISTRUZIONI PER L'USO

capodanno tra porno e filosofia