"si ma che significa?" e altri 101 modi di smosciarti il cazzo

Ciao scimmiette e bentornati sul mio blog, un mondo di meraviglie, mistero, azione e suspence vi aspetta.

Ma non qui....qui ci sono solo io che vi dico le cose che mi fanno girare le palle il più delle volte.

cose che probabilmente voi contribuite a far accadere, tra l'altro.

Lo ammetto, con il titolo ci sono andato giù duro ma c'è una spiegazione più che razionale al perché ho usato questa affermazione.

Dalle mie parti, quando una persona è eccitata per un determinato programma (esempio un film al cinema, una serata in discoteca o altro) ma l'altra persona magari ha programmi diversi, si usa dire "ngulo compa tu si che sai come smosciarmi il cazzo" inteso come smontare l'entusiasmo si una persona.

Questo a me succede quando propongo un libro o un fumetto con una struttura standard ma che non comprende una morale finale o che ha un finale aperto, e quindi va interpretato.

Mi è successo con Murakami in tempi non sospetti, mi è successo con "con tanta benzina in vena" di Ellis e (BUON DIO!!!) mi è successo anche con Corto Maltese.

La dinamica è molto semplice, presto un libro o un fumetto pompando l'entusiasmo della persona a mille (cosa che succede spesso quando un'opera ti piace particolarmente) e me la ritrovo poi tra le mani tempo dopo con l'espressione basita sul volto dell'altro che mi fa "si bello ma.....che significa?".

Che significa?

Ho cercato di rispondere a questa domanda, ho cercato di rispondere a me stesso, ma il punto era sempre quello e quindi ho pensato "che deve significare? È un bel fumetto/libro/altro d'evasione" ma questo l'ho capito molto dopo.

Nel 1970 gente come Pazienza, Scozzàri, Liberatore e Tamburini, ha inventato un nuovo modo di fare fumetto.

Per quanto cazzare e prive di significato apparissero ad una prima lettura, le storie di questa banda di "mostri" erano per lo più letture impegnate.

Pazienza descriveva il disagio giovanile, le loro mode, i loro Trend, il loro modo di comunicare e interagire con la realtà circostante.

Tamburini e Liberatore con il loro Ranxerox denunciavano ( e per molti versi prevedevano) quello che anni dopo sarebbe successo effettivamente all'umanità con l'arrivo di una nuova tecnologia e di come avrebbero modificato la percezione della realtà circostante, rimanendo comunque nel tema della fantascienza.

Scozzàri inventava storie cattive per un pubblico che sapeva si sarebbe incazzato a bestia a leggerle.

In seguito arrivarono Igort e Gipi (i più importanti che mi vengono in mente adesso) e che iniziarono a narrare dell'universo entropico dell'animo umano o della società, e Zerocalcare, che per citare Jacopo Fo "ti racconta delle caccole nel naso" ovvero di quel lato di umanità con mille nevrosi e sempre attente a ciò che gli succede attorno. 

Ora non voglio dare sempre la colpa a loro di tutte le brutture del fumetto moderno, l'ho già fatto ma sinceramente è stata una roba gratuita e di cui non vado fiero, loro ci sono stati e ci sono tutt'oggi e hanno utilizzato in maniera nuova e innovativa un media che all'epoca era anche piuttosto "vecchio" e ripetitivo.

Cosi facendo hanno non solo però rivitalizzato il mondo del fumetto, rivoluzionandolo e aprendo altre strade alla narrazione per immagini, ma hanno anche abituato il pubblico ad un diverso tipo di contenuto.

Un contenuto che non ammette la presenza della componente fantastica al di fuori di un contesto concreto. 

Mi spiego meglio; come vi dicevo, tempo fa prestai un Murakami, il libro era "sotto il segno della pecora"; gran libro, il migliore dei suoi che ho letto.
Il libro apriva la parentesi su un mondo fantastico in un contesto specifico, ovvero quello del Giappone "moderno" (le virgolette perché non ricordo esattamente in quale anno è ambientato ne se sia mai stato specificato) e realistico fatto di lavori e sacrifici, deadline da rispettare e giornate movimentate da una quotidianità disarmante.

Qui abbiamo un pubblicitario, apatico e con poca vita sociale, appena lasciato dalla moglie e il libro si apre su uno dei più cinici e struggenti passaggi riflessivi del protagonista che parla di una ragazza morta che un tempo aveva conosciuto e con cui aveva condiviso libri e intimità.

Questo personaggio si troverà in seguito in una serie di vicissitudini che lo porteranno a fare la conoscenza con gente potente alla ricerca di qualcosa di indefinibile a forma di pecora.

Ora l'autore con questa sua prova non voleva insegnare nulla al proprio lettore. Voleva semplicemente raccontare una storia fatta di riflessioni, situazioni paradossali, mistero e malinconia.
Tutta l'opera infatti si basa sulla ricerca del tempo perduto, sui rapporti dimenticati e sulla impietosa incoerenza del tempo.

Ti lascia sicuramente qualcosa ma non ha la pretesa di doverti per forza insegnare a "vivere" e tutti gli effetti non ha una morale vera e propria, se non quella che interpreta il lettore come può o come vuole.

Cosi come questa molte altre opere simili vengono etichettate come "lettura d'evasione" che è una letteratura utile a lasciarsi alle spalle una giornata faticosa, tediosa ore di lavoro e ad affrontare la giornata successiva con la speranza che migliori. E se così non fosse hai almeno il libro sul comò che ti aspetta per farti ritornare nel suo mondo.

E tuttavia queste vengono considerate inutili passatempi per nobil donne annoiate da persone che hanno un palato "viziato" e ricercano la saggezza universale in ogni riga, la verità in ogni virgola o punto e in generale aneddoti e ragionamenti da poter sbandierare ovunque e in qualsiasi momento solo per il bisogno di affermare se stessi, la propria cultura e la propria intelligenza agli occhi degli altri che, molto spesso, vengono reputati inferiori proprio perché le loro letture non sono impegnate come dovrebbero. 

Tutto questo bisogno di autoaffermazione, unito ad un mercato che ha bisogno di vendere per sopravvivere, ha eclissato con il tempo il sogno, la fantasia e la bellezza della creatività a favore di prodotti che, anche se forzatamente, devono avere una seconda o terza chiave di lettura, un sottotesto adeguato ecc.

Leggere un romanzo o un fumetto che non porta a niente, se non a passare qualche momento in tranquillità beandosi di una bella storia raccontata bene viene considerata ormai una perdita di tempo e tante volte anche segno di una superficialità di fondo nella persona che hai davanti.

E poco importa se, nel mondo del fumetto per dire, il garage ermetico di Moebius ha tracciato un solco profondissimo nella cultura popolare e nel meccanismo della scrittura reinventando il concetto stesso di struttura narrativa e di concezione della storia.

Chi se ne frega se tra le pagine di Corto Maltese si respirano le atmosfere dei posti che il marinaio con l'orecchino ha toccato  e dove ha vissuto amori platonici, avventure e momenti di pace.

Ma si sti cazzi........se non vuol dire niente, se non ha nulla da insegnare allora non ha valore e merita di sparire.

Un cinque :
Gioski





P.s.: questa riflessione è partita dalla conoscenza di persone che leggono solo cose utili ai loro fini e che sviliscono la letteratura d'evasione definendola di serie B. 
Se la prendete sul personale significa che avete la coda di paglia o probabilmente non ho spiegato bene il mio punto di vista.

Nel secondo caso mi scuso.
Nel primo cazzi vostri.

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