come un mattone sui denti

Instagram 9 volte su dieci non serve a un cazzo.

Sostanzialmente uno ci si iscrive perché ci sono praticamente Tutti, e tra quei tutti la metà fà cose che rientrano negli interessi generali di ciascuno di noi.

Sembrerò una persona spregevole nel dirlo, ma io ci sono solo perché mi piacciono i libri, i fumetti, le illustrazioni e la fagiana.

Tralasciando per un attimo la fagiana (di cui ho abbondantemente parlato nello scorso post ma in maniera molto relativa) la lettura è uno dei miei principali interessi, e questo interesse mi ha portato in luoghi strani, affascinanti, misteriose e CRUDELI.

Si crudeli.

Molte volte mi sono imbattuto in autori sconosciuti, ma la cui sinossi di una loro opera mi ha incuriosito e intrigato. Vado,lo compro (non amo tanto le biblioteche tranne quando stai a secco e lì oh, di necessità si fà
virtù) e leggo.

Poi, come spesso accade quando si ha una pessima idea, ci si pente e si maledice il giorno in cui si è presa quella decisione e la si è messa in pratica.

E instagram, con una delle sue subdole pubblicità sponsorizzate e piazzate come una mina anti uomo tra le stories, mi ha ricordato proprio una di quelle volte.

Oggi si parla di noir, e se si parla di noir si parla di COME UNA BESTIA FEROCE, di Edward Bunker.

Per chi di voi non conoscesse questo autore, e so che sono in molti, Edward Bunker è il classico esempio di uno a cui l'attività di scrittura ha preso bene.

Molto bene, visto che lo ha salvato da una vita che poeticamente potremmo definire di merda, e lo ha consegnato nelle mani di mamma fama come scrittore di culto del genere Crime Noir. Un genere parecchio sottovalutato visto che difficilmente ci mettono lo zucchero.

Ma per farvi capire meglio, prima un po' di storia.

Edward "Eddie" Bunker classe 1933 fin dai suoi primi vagiti è stato perseguitato da un senso di irrequiettudine e rabbia, un enfante prodige che a 14 anni è stato incoronato come il più giovane prigioniero di San Quintino, carcere famoso per i suoi trattamenti da lager sui carcerati. Passerà in totale 18 anni della sua vita entrando e uscendo dal carcere per i crimini più disparati che vanno dal borseggio alla rapina a mano armata.

Conosciuta la sua storia una giovane donna, affascinata forse dalla sua figura così oscura, gli regalerà una macchina da scrivere e userà la biblioteca della prigione come suo fertilizzante per dare alle stampe il suo primo libro, appunto COME UNA BESTIA FEROCE.

Da lì, la leggenda.

Eddie ha avuto un merito del tutto speciale nel reinventare un sottogenere che fino ad allora aveva come unica base di ricerca interviste a persone appartenenti alla criminalità e tanta fantasia, e ne restituisce un ritratto crudo e senza inutili "mitificazioni" della figura del criminale.

Max Dembo, il protagonista del libro, è una persona "normale" la cui vita condizionata dal crimine e dagli ambienti carcerari lo hanno reso cinico, disilluso e feroce.

Il suo mondo è la Los Angeles del sottobosco, dove degrado sociale e squallore impregnano ogni cosa come una melma maleodorante, inquinando le relazioni, facendoti dubitare di tutto e di tutti, e li dove c'è un barlume di speranza seppur piccola, il narratore ti dice seccamente che non sa che farsene.

Max è un uomo che vuole illudersi, che vorrebbe rigare dritto e farsi una nuova vita lontano da tutto quello squallore e da tutte le personalità che ne orbitano attorno.

Ma sà che è una speranza vana, visto che quello che è non si può cambiare. Le decisioni sbagliate lasciano cicatrici profonde che tornano a tormentarti nella notte quando attorno a te va tutto bene.

Da lì, la muta accettazione del proprio destino o della propria natura, e la comprensione che la possibilità di una vita normale, se c'è mai stata, è passata da tempo. E il ritorno al buio, al brivido del crimine per guadagnare pacchi di soldi, soldi facili che qualcuno rimpiangerà quando ormai sarà troppo tardi.

In questo romanzo, l'estetica della violenza è stata strappata dai dettami stilistici tipici di certi libri e riportata alla cruda realtà. Esplosioni di rabbia cieca seguiti da schiaffi e pianti.

Non vi mentirò, se non siete abituati a certi tipi di narrazione, di situazioni o se non siete disposti a scendere nei meandri bui della Los Angeles dei mediocri, e perdere così per sempre l'immagine di città splendente che i serial tv ci hanno proposto per anni, lasciate questo libro sulla scaffale e passate oltre. 

Io non l'ho fatto a suo tempo, e nonostante io ami questo libro, difficilmente gli ridarei una terza lettura.

Un cinque:

Gioski.






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