attimi di evasione #1: blues di romanticismo e bastonate

Sarò sincero. L'idea per questo post, e il titolo cicciato fuori , è frutto di un un'esperienza traumatica e tuttavia illuminante che ho avuto il 16 gennaio 2020.

Ero di ritorno da uno dei miei lavori. Era appena sorta l'alba e dopo una full immersion nel freddo della mattina mi riscaldavo al tepore del sole nascente.

Salgo sul bus e prendo posto proprio davanti uno strano signore anziano che bofonchiava animatamente tra se e se parole d'odio che cercai di ignorare.

Ora, è bene precisare una cosa; se mai doveste avvistarmi in giro, noterete che il mio viso è abbastanza particolare. Non perché io soffra di qualche malformazione o che, semplicemente è un viso, a detta di molti "non italiano". 

Per farvela breve è successo che il tipo inizia a prendere a bastonate il mio sedile, proprio nella parte di ferro che tiene la plastica, e a usare fonemi tipici delle mie parti, che solitamente si utilizza per scacciare i cani.

Fortuna che avevo un libro, anzi, IL LIBRO!!

Questo libro ha visto più posti di quanti ne ho visitati, paradossalmente, l'ho portato con ne in ogni raduno, sagra o cena a cui sono stato invitato, e mi ha aiutato in tempi non sospetti, a mantenere la calma e a fare buon viso a cattivo gioco in ogni situazione antipatica che mi si è proposta.

Come in questo caso.

La storia è datata, antichissima quasi, visto la realtà in cui stiamo vivendo. Eppure quel tipo di scrittura, quel tipo di ambientazione e quel tipo di dinamiche lo hanno immerso nel tempo in una dimensione quasi romantica. 

È stupido affezionarsi ad un libro così,  lo só,  ma l'idea che, solo cambiando di posto avrei potuto immergermi in quelle atmosfere quasi "incantate" mi hanno evitato, quel giorno, di rompere il cranio di quel vecchio bastardo dopo avergli infilato nel culo il bastone.

E fidatevi, non è cosa da poco.

Il libro in questione, il Salvavita dei vecchi nazisti, è NEUROMANTE DI WILLIAM GIBSON.

Un libro scritto nel 1984 e che pontificava sull'evoluzione della tecnologia, allora emergente e sui suoi impieghi a livello sociale.

La storia quindi inizia su delle note quasi blues, e ci racconta la storia di Case, giovane cowboy della matrice (si, la matrice) bloccato nella prigione di carne del suo corpo fisico e impossibilitato, da un errore imperdonabile, a tuffarsi di nuovo nel cyberspazio.

Ci viene fatto subito presente che Case è uno dei tanti disperati che affollano la vita notturna di Ninsei, un ipotetico quartiere di Tokyo, noto per i suoi traffici poco puliti.

Si lascia vivere cercando ancora una cura per la sua condizione, cura che sá, non esistere.

E già qui, empatia portami via.

L'incontro con una ragazza misteriosa e il suo nuovo titolare daranno alla sua vita una svolta imprevista e pericolosa.

Ora. 

Questo libro l'ho letto in 3 giorni, e nel periodo in cui lo scoprii, era difficile che succedesse.

Il ritmo generale del romanzo è un continuo sali scendi di ritmi rilassati e serrati, in cui gli eventi si susseguono in maniera convincente e avvincente.

Il pericolo è percepito, e il possibile epilogo non è mai chiaro fino alla fine.

Un mix tra fantascienza e thriller insomma. Ma la nota di merito non è tanto questa (che comunque aiuta parecchio il lettore a non annoiarsi) quanto le ambientazioni.

In una Tokyo futuristica, un misto tra blade runner e Ghost in the shell (di cui è stato ispiratore) le città descritte nel romanzo vivono di vita propria e brulicano di personaggi al limite del grottesco, ambigui e sempre in bilico tra disperazione ed eccitazione.

Tra neon e arene di combattimento illegali il lettore non solo vedrà,  anche di sfuggita, vaghe reminiscenze del nostro presente, ma anche quei modi di vivere delle persone attorno a noi e che sono portate alle estreme conseguenze.

In un mondo dove ormai è tutto possibile (o quasi) che senso ha realtà?

E allora via, ad immergersi nelle profondità della matrice in cerca di tesori nascosti e sgradevoli verità. 

Approfittate di questi giorni in cui state in casa per scoprire sto capolavoro.

Se poi non sarete soddisfatti potrete sempre  tornare qui e scrivere le vostre lamentele nei commenti.

Tanto non li leggerò.

Un cinque:

Gioski







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