Il pianto del pioppo e di quando il vecchio mondo rise

Vado più su internet che tra i miei boschi.

È un fatto.

E nel mio vagabondare informatico trovo una varietà infinita di iconografia spiccia e spesso scontata e ripetitiva dalle influenze spesso marcatamente dark,e che cercano in qualche modo di imitare mood che già da tempo ha stufato alla grande.

Tuttavia,leggendo le didascalie, le vignette o il lettering che spesso accompagnano questi disegni si capisce il perché di questa nuova ondata di "Baudelaire post moderni" .

Il disegno usato come mezzo per versare i malumori di una vita tra alti e bassi.

Jung asseriva che l'arte era la cura di ogni cosa,Freud tra un tiro di cocaina ed un esperimento di psicologia annuiva e gente di altra risma e inclinazioni si lanciava in un'assordante scroscìo di applausi.

Il sentimento inteso come superficiale impulso ci ucciderà tutti.

Non è sempre un male e anzi,Chuck Palahniuk in uno dei suoi libri asseriva che la vera arte nasce dalla sofferenza e nella storia dell'arte c'e una lobby di pittori che rimarcano la cosa.

Se siete appassionati di storia dell'arte,capite a cosa mi riferisco


In questo clima pasquale di rinascita parliamo di un capolavoro assoluto (a detta di molti) e che per tanti anni è rimasto sconosciuto ai più a causa di un Film uscito e che ne ha,in parte oscurato la fama,in parte fatto una buona pubblicità
.
Vi dò un indizio.


NO?

Vediamo ora....



L'opera,Nata nel 1988 circa dalla penna di James O'Barr, è basato su un fatto traumatico capitato all'autore.

La morte della sua prima moglie in un incidente stradale e un fatto di cronaca che coinvolgeva due ragazzi ed un'anello da 20$ si è tramutata in una storia di immortalità,amore e morte che ha fatto la sua fortuna .





scritto male e disegnato peggio l'opera è stata resa famosa per il film con protagonista lo sfortunato Brandon Lee,morto sul set, ancora oggi molti credono che il fumetto sia nato dopo seguendone il successo di questo.

In realtà il Corvo è,a tutti gli effetti,figlio del fumetto underground d'autore degli anni 80 e non meno importante dell'opera nata dalla sua costola.

Impregnata di decadentismo romantico subisce molto l'influenza del periodo dark rock di quell'epoca con la musica dei The cure e altri soggettoni del genere.

il fumetto racconta la storia di Eric Draven ,nel film spirito di vendetta,nel fumetto zombie in cerca di pace che attraversa  quello che il lettore può interpretare come una lugubre e spettrale New York.

In questa atmosfera horror il protagonista si muove meditabondo e rabbioso,alla ricerca delle persone che lo hanno privato di tutto cio che aveva e che lo rendeva umano.

Non possiamo evitare la strizza quando un balordo che esce da una finestra con un pesante televisore in mano incontra sulla sua strada un uomo con il volto da Pierrot e dalla parlata sciolta,mentre con fare fluido e aggraziato si avvicina a voi.




Vi lascio immaginare cosa succede dopo.

All'inizio ho detto che l'opera è scritta male e disegnata peggio ma 
a parte i dialoghi non sempre brillanti e varie citazioni a poeti illustri propri della corrente letteraria del gothic e del decadentismo,il fumetto nella prime battute lascia un po'freddi,ma c'è un motivo.




L'autore è ancora acerbo nel tratto e la gestione della tavole spesso sembrano essere attribuite ad un colpo di fortuna.

Ma andando avanti la situazione inizia a essere interessante e quindi seguiamo Eric nelle sue scorribande notturne,
nelle giornate passate a meditare vediamo il dolore della sua condizione e il bisogno di risolvere la questione prima che il suo cuore diventi freddo e sterile.

Nelle sue ossessioni Eric da individuo immortale,senza pietà e remore,ci mostra anche l'uomo che dietro la maschera si strugge per il suo fato ingiusto e in preda all'ira che indirizza in maniera precisa e senza distrazione verso i colpevoli di aver ucciso la sua donna e unico amore della sua vita in modo cruento,crudele e brutale.


Nelle sue allucinazioni (che suppongo siano frequenti visto lo stato di non morto del protagonista) prendono forma paesaggi astratti e deserti dalle atmosfere angoscianti e perennemente accompagnate dalla morte.




La domanda che in molti si fanno quando hanno tra le mani il Corvo è: c'è del metodo in O'Barr nel fare fumetto?

No

L'opera,e questo lo dovete tenere a mente,è prevalentemente un modo per superare un dolore troppo grande per essere affrontato in altro modo.

Nella spietatezza che il tipo impiega nell'uccidere le proprie vittime( o i colpevoli) si legge tutto il dolore e la frustrazione di un uomo che ha visto il mondo crollargli addosso e ha voluto dare un senso(anche metafisico) al male che lo circonda
.
Il Corvo è la risposta ad un bisogno di giustizia che l'autore ha voluto dare a una coppia di ragazzi disgraziata che non meritava quella fine.



Questo fumetto mi ha dato un mare di grattacapi la prima volta che lo lessi,il tratto impreciso e spesso imperfetto mi spingeva a posarlo per non riprenderlo mai più. Il taglio dinamico è spesso fuori scala e le prospettive non sono la cosa peggiore che possa capitare eppure...

Eppure questo fumetto ha personalità e sentimento,oltre le atmosfere e le finezze tecniche presenti o meno quello che dà questo fumetto è emozione.

Starete male quando scoprirete come è morta la povera Shelly e il discorso che il povero Eric,esanime a terra,ha avuto con un corvo che passava di li.

I flashback sono ben calibrati e dai toni più chiari e vi faranno tremare se siete degli inguaribili romantici

Il mio consiglio è di comprarlo e leggerlo con calma,magari anche più volte perchè, nonostante le carenze tecniche (che l'autore comunque affina in corso d'opera),il fumetto oltre ad essere una pietra miliare nel mondo dei comics ha anche diverse finezze testuali che vanno godute,comprese e magari personalizzate.

Per oggi è tutto,spero che la recensione vi piaccia.

Ma se non vi piace sticazzi


Un cinque:

Gioski



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